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Alcune considerazioni sulla politica della SCIRA in materia di sponsorizzazioni

Novembre 2001

Nei giorni scorsi, ho cercato e , per la verità, trovato uno sponsor che sostenga, almeno in parte, la mia trasferta a Punta del Este. Il problema maggiore è consistito nello spiegare allo stesso l'assurda regola che proibisce di esporre marchi su vele e scafo ai Mondiali e agli Europei.
Vietare sostanzialmente le sponsorizzazioni per garantire la "purezza" della vela (dalle vele bianche immacolate e praticata da yachtsmen gentiluomini evidentemente dal portafoglio gonfio) è una grosso equivoco. Non penso che le sponsorizzazioni portino al professionismo. Più semplicemente consentono a degli amatori (usando un termine ciclistico) di sostenere spese, in alcuni casi notevoli (10 milioni per andare a Punta del Este è una cifra molto probabile) e fastidiose se sostenute eslusivamente di tasca prorpria. E' assurdo, perciò, che permanga una tale regola.
Non capisco, poi, (e questa mi sembra una grande contraddizione) perché per le regate in Italia si applichi la categoria C, mentre per gli eventi maggiori (Europeo e Mondiale), quando ci sarebbe una maggiore necessità di supporto economico per i velisti ed un maggiore ritorno per gli sponsor, ci si ostini a vietare l'esposizione dei marchi su scafo e vele.
Peter Phantom