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Di bolina con vento forte

di George Szabo
traduzione di Antonio Bari


E` vietato fare copia anche parziale di questo articolo per scopi commerciali.

Avete mai notato che ci sono due tipi di regatanti sul piazzale delle barche nei giorni di vento forte? Ci sono quelli entusiasti di uscire, subito pronti e vestiti, e quelli che continuano ad andare avanti e indietro dallo spogliatoio alla barca indecisi sul da farsi. Io ero uno di questi ultimi, ma dopo un po’ di uscite con vento forte ho imparato come si fa e ora mi diverto.

 La prima cosa da imparare quando si va di bolina con vento forte è che ci vuole la stessa abilità e sensibilità di quando c’è poco vento. La differenza è che si devono regolare le vele in modo differente. Con poco vento si va veloci con vele piene, con il grasso indietro e ben cazzate. Con vento forte ci vogliono vele piatte, con il grasso avanti e ben lascate. Per passare da un estremo all’altro sono necessari alcuni aggiustamenti nella regolazione dell’albero. Non farlo significa avere la barca lenta e passare un giorno difficile e frustrante in acqua.

A terra io inizio con il mio Proctor a 650 cm con una preflessione di 3 cm (4 per il Sidewinder) con il fiocco issato. A questo punto abbasso di mezzo foro le sartie e sposto l’attacco un foro a poppa (nota: George regata con le crocette a 41,5x73 e le sartie nel foro più a prua del suo Persson). La drizza del fiocco va cazzata nella sua posizione usuale. Cazzando le sartie si evita che l’albero fletta troppo sottovento e spostandole indietro si evita che, quando si lasca la scotta sotto raffica, il fiocco faccia troppa catenaria).

Una volta in acqua si deve evitare di arare e rendere la barca leggera, facile e il più vivibile possibile. Per iniziare, bloccate con la leva l’albero sul segno neutro. Poi accertatevi che la base della randa sia tirata al massimo. Infine cazzate il cunningham in modo che il grasso della vela sia tra i due primi numeri sulla mura destra della vela (se c’è veramente tanto vento non ci riuscirete, per quanto tiriate il cunningham). L’ultima cosa da fare è cazzare il vang a due mani. Quando pensate di averlo cazzato abbastanza, cazzatelo ancora un po’: quello che volete è avere la vela piatta. Se si formano le pieghe in diagonale o la stecca comincia a puntare sopravvento, allora lascatelo un po’. Attenzione: ricordatevi di lascare il vang prima di girare la boa, altrimenti rischiate di rompere l’albero.

Il punto di scotta del fiocco deve essere spostato 5 cm a prua della posizione normale e la scotta cazzata un po’ meno, in modo che la base stia circa 5 cm più fuori del normale all’altezza del paraonde. L’obiettivo è quello di avere il fiocco lasco, ma con la parte mediana della balumina parallela alla linea longitudinale della barca. Dovreste provare alcuni punti di scotta differenti in modo da trovare quello che vi fa sentire meglio la barca sul timone.

Lo smagritore deve essere cazzato, ma in modo da avere almeno una piccola piega visibile sul fiocco.

Ora che la barca è regolata, andate di bolina e tenete la barca PIATTA. Più tenete la barca piatta più camminate. Questo non significa che ci si deve sempre scannare alle cinghie. Sotto raffica, lasciate andare un po’ il timone per diminuire la pressione e lo scarroccio e lascate subito la randa. Più importante, non cercate di cazzare e puntare al massimo. Fate camminare la barca.

Con tutto ciò vi accorgerete di andare più veloci e di fare più bolina.

Ci vediamo alla boa di bolina.

George Szabo

George Szabo lavora alla Quantum a San Diego ed è uno dei più forti snipisti statunitensi